LA MUSICA E’ FINITA…OPPURE NO

Qualche tempo fa ho fatto due chiacchiere con un turnista piuttosto affermato con il quale una sera mi sono trovato a condividere il palco e lui mi ha raccontato un episodio.

Mi ha raccontato di quando lui circa 15 anni fa si trovava in tour all’estero con una cantante piuttosto famosa e di quando, mentre lui e i suoi colleghi viaggiavano in una macchina molto lussuosa in direzione dell’Hotel di lusso a 5 stelle serviti e riveriti come delle Stars e pagati cifre oggi inimmaginabili, il batterista (famoso turnista anche lui) improvvisamente esclamò: “La musica è finita”.

I suoi colleghi risero di gusto pensando ad una battuta ma lui non stava scherzando, da lì a poco il Music Business si sarebbe profondamente modificato causando un crollo (almeno a livello italiano) della qualità delle produzioni e delle proposte artistiche e anche l’indotto musicale per i musicisti tutti sarebbe calato vertiginosamente. Personalmente non mi piace ciò che sento in radio, brani tutti uguali e “artisti” che durano una stagione. La musica che sento oggi non ha “dettagli”. Potete dirmi che sono antico e nostalgico e probabilmente avete ragione, ma il dettaglio è ciò che differenzia una produzione curata da una Low Cost (e probabilmente Low Quality). Ogni tanto per ricordarmi di questa cosa, ascolto The Nightfly di Donald Fagen che io considero fra i dischi immortali e la cui qualità e quantità di dettagli è così elevata che, anche dopo moltissimi ascolti, scopro qualcosa di nuovo. Ma il fatto che oggi non senta in radio qualcosa del genere non è del tutto indicativo. La musica che ci somministrano via radio è solo una parte piccolissima di ciò che c’è in giro e in molti casi la parte peggiore. Ho scoperto tanta musica buona grazie ai concerti Live e ho acquistato alcuni dischi di artisti tutt’altro che mainstream e che mai sentirò in radio. Così come dal vivo ho scoperto dei musicisti fantastici che per l’italiano medio sono visti come delle nullità solo perchè non suonano o non hanno suonato con “Tizio” o “Caio”. Per noi musicisti, il live è una grande occasione per fare “Resistenza” sul territorio, per dimostrare che la musica buona esiste ancora e sta a noi portarla in giro nonostante le difficoltà. Ognuno di noi può dare il suo piccolo contributo per far cambiare le cose e deve farlo sapendo che il nemico è più forte (se no non si chiamerebbe Resistenza). E può farlo solo lavorando sulla qualità di ciò che propone sia come musicista che eventualmente come autore e/o arrangiatore, sapendo che la qualità ha un costo elevato e un ritorno bassissimo soprattutto nel breve periodo. Ma deve farlo con la consapevolezza che se non difenderà la qualità a costo di grandi sacrifici e rinunce, allora la musica presto finirà davvero. Buona Musica a tutti finchè ce la lasceranno fare.

4 pensieri riguardo “LA MUSICA E’ FINITA…OPPURE NO”

  1. Ciao Giorgio
    ci siamo visti al guittar show a Padova …
    ho letto il tuo articolo…
    credo tu abbia ragione … vogliono uccidere la musica… i locali sono sempre meno … lo stato non aiuta ma deruba…i software sono sempre più all’avanguardia tanto che ste benedette produzioni dell’ultimo minuto nn chimano i musicisti ma fannto tutto col software di turno… che dire… siamo noi che dobbiamo fare la differenza … mantenere viva la musica, far battere il cuore…!!! Ne vale la pena???
    Io credo di si … perchè l’Amore che mi ha dato la musica … è inestmabilente grande e personale….e quindi per riconoscenza…o per amore di un rapporto che abbiamo con essa … va salvata.
    Diego

  2. È una guerra. Forse non si vincerà ma almeno la combatteremo fino all’ultimo. Ognuno come può, ognuno nel suo ambito (ambiente lavorativo, nel mio caso).
    Fondamentale a mio personale parere partecipare il più possibile ai live e se c’è la possibilità acquistare il cd dei piccoli gruppi o piccoli autori (soprattutto se è musica originale). Ovvio che questo non significa non comprare il resto, intendiamoci.
    Sono piccoli passi ma messi insieme smuovono.
    Un caro saluto

  3. Ciao Giorgio,
    sono un tuo follower, bell’articolo!
    Mi piacerebbe conoscerti dal vivo una volta, con la speranza che quando arriverà quel momento la musica non sarà davvero finita… per quanto questa visione apocalittica pare piuttosto verosimile.

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